
Care amiche e cari amici,
tredicesimo appuntamento dell’Angolo del Tempo In-Utile
che dedichiamo a Tarcento,
collegandoci all’Epifania, che ci siamo appena lasciati alle spalle, e che è un evento centrale nella vita culturale di Tarcento, con l’Epifania Friulana che dal 1928 ha raccolto e trasformato in chiave moderna e folkloristica i riti ancestrali dell’accensione dei falò divinatori (il Pignarûl, nella parlata locale) svuotati di ogni significato simbolico e pratico dalla modernità.
Il principale falò dell’Epifania Tarcentina, il Pignarûl Grant, si accende sul colle di Coja, paese natale dell’artista Luciano Ceschia, uno dei tanti artisti che hanno frequentato e animato Tarcento dalla seconda metà del XX secolo ai giorni nostri.
Un modo per ricordare il ruolo centrale che ha avuto Tarcento per la pittura e la scultura (e più in generale per la cultura) friulana
e per iniziare a ricordare Luciano Ceschia in questo 2021 che segnerà il trentesimo anniversario dalla scomparsa.
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Buona lettura, L’Angolo del Tempo In-Utile 13
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Per una consultazione rapida,
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in-utili Letture:
INVERNI E PRIMAVERE, Luciano Ceschia, a cura di Francesca Agostinelli (Campanotto Editore, 2004);
UNA VOCE CARPITA E SOMMERSA. Bruna Sibille-Sizia, Martina Delpiccolo (KappaVu, 2019);
A NORDEST DI NORDEST, Giovanni Pietro Nimis (KappaVu, 2019)
TARCENTO. Dimensione e tempo dell’arte, a cura di Enzo Santese (Forum editrice universitaria udinese, 2015);
VILLE A TARCENTO, di Gabriella Bucco (Società filologica friulana, 2018);
INVITO ALLE VALLI FATATE, Cesare Russo (Missio, 1992)
TARCINT E VALADIS DE TÔR, Gianfranco Ellero (Società Filologica Friulana, 1996)
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in-utili Visioni:
Luciano Ceschia